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18. Teatro
Edificato nel 12 a.C. sotto Augusto, tra le strutture più antiche in muratura, con larghi tratti di muri in opera reticolata. Venne ristrutturato nel 196 d.C., perché a causa della popolazione in continua crescita, dovette essere ampliato, arrivando ad una capienza di 3500-4000 posti; venne anche abbellito ed impreziosito l'ingresso centrale (1) con stucchi.
Si può vedere un portico, all'esterno, dentro il quale ci sono una serie di botteghe e delle scale, che portano alla cavea (2). Una particolarità di questa struttura, mai trovata in altri teatri antichi, è che l'ingresso principale porti direttamente all'orchestra (altri accessi: due passaggi laterali). La cavea è molto ampia, ricostruita per la maggior parte, in origine creata con tre ordini di posti, dei quali se ne sono conservati solo due. Le tre file di gradini marmorei vicino all'orchestra erano posti d'onore per personaggi importanti. L'orchestra (3), ampliata in un secondo momento, per far fronte alla moda della tarda età imperiale, dei giochi acquatici, è isolata dalla cavea tramite un parapetto marmoreo. L'acqua arrivava tramite il passaggio centrale da due cisterne ricavate dalle botteghe sotto il portico. Il teatro subì altri ristrutturazioni nel tempo, documentate da vari resti; nella prima metà del nostro secolo venne riportato alla luce e da allora utilizzato per spettacoli classici nelle sere di estate.

Il Teatro


19. Foro delle Corporazioni
Alle spalle del teatro, troviamo un complesso molto singolare, che non è presente in nessun altra città romana: il foro, un portico quadrangolare, con due file di colonne di tipo dorico. Inizialmente, in età augustea, venne progettato  con muri in opera reticolata, in funzione del teatro; sarebbe stato utilizzato come riparo dalle intemperie o come spazio per passeggiare. Con l'imperatore Claudio, divenne un vero e proprio portico con le colonne ed in età adrianea, con altre opere di restauro, tra cui innalzamento del pavimento di circa 40 centimetri ed inserimento di un'altra fila di colonne, si formò il doppio porticato. Dalla metà del II sec. d.C. fino all'età severiana, c'è stato un graduale abbellimento con l'inserimento dei mosaici, che raccontano i vari traffici presenti sul Mediterraneo e i tipi di attività esercitate dalle corporazioni (i mosaici che noi vediamo oggi non rispettano sempre il disegno originale, a causa di restauri eseguiti grossolanamente nel corso dei secoli). Nel III sec. d.C. la navata venne divisa in 50 stationes (stanze), che venivano utilizzate dai negozianti e dagli imprenditori, come uffici di rappresentanza per pubblicizzare le loro attività (più avanti nel corso delle tante ristrutturazioni l'area della navata venne ingrandita e le stationes divennero 64). Il piazzale vero e proprio è adorno di statue ed al centro c'è un tempio della fine del I sec. d.C., eretto forse in onore di Cerere (divinità delle messi e dell'abbondanza), ma non ci sono prove certe; alla fine di una contrattazione, se l'affare andava a buon fine, i mercanti facevano un'offerta alla divinità. Nel lato occidentale del portico, nell'ultimo ambiente, si conserva il calco dell'altare su cui sono raffigurate immagini relative alle origini di Roma.

 

Lato del portico

Il foro

Uno dei mosaici del foro