Tour virtuale

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34. Domus della Fortuna Annonaria - Domus del Protiro
Sul lato destro della via della Fortuna Annonaria, è frutto di trasformazioni di una insulae del II sec. d.C..
L'ingresso monumentale e l'ampio cortile colonnato già erano presenti sulla precedente costruzione; sul muro di fondo c'è il calco di una statua raffigurante una divinità femminile, identificata da alcuni come la dea Fortuna Annonaria, da altri come la personificazione della città di Ostia. Notevole la sala principale, aperta sul cortile con 3 arcate ed impreziosita da marmi e una fontana; forse era una sala da banchetto, infatti in fondo doveva esserci un divano (stibadium) dove si consumavano i cibi. Sul lato opposto della casa, ci sono due ambienti di cui il più piccolo (cubiculum), possedeva un impianto di riscaldamento (ancora visibile) e un pavimento abbellito da un mosaico in bianco e nero, raffigurante, in riquadri ottogonali, scene mitologiche e di animali. Un'altra particolarità di questa domus, la sala utilizzata come latrina singola. La domus del Protiro, una lussuosa dimora, prende il suo nome dall'ingresso, costituito da due colonne che sorreggono un frontone su cui è inciso il nome dei proprietari. Ciò che è arrivato hai nostri giorni, è frutto di numerose ristrutturazioni, di cui l'ultima nel IV sec. d.C., è stata la più radicale. Questa domus è costituita da un ampio corridoio pavimentato con un mosaico a grandi tessere, un cortile interno al centro del quale c'è una vasca; da quest'ultima si può arrivare con delle scale, attraverso un corridoio lungo e stretto con nicchiette alle pareti, in un altro ambiente all'interno del quale c'è un pozzo (santuario domestico). L'ambiente principale è una grande sala detta tablinum; intorno al cortile, diversi cubicula abbelliti con pavimenti in marmo e mosaici.

Dea della Fortuna Annonaria

Domus della Fortuna Annonaria

 Sala con ninfeo


36. Molini
Edifici costruiti intorno al 120 d.C., costituiti da ambienti selciati; troviamo, ancora, ben conservate macine in pietra lavica (in basso forma conica, in alto, un elemento mobile detto catillus). Le macine venivano utilizzate, facendo ruotare la parte alta, tramite una leva mossa da schiavi o muli a cui venivano bendati gli occhi per evitare i giramenti di testa. Alcuni ambienti sono occupati da tazze cilindriche con due fori, che erano utilizzati per impastare le farine; in un altro, invece, troviamo due forni per la cottura del pane. Il mestiere del panettiere (pistor) era molto diffuso, tanto da formare una corporazione detta dei pistores. Il pane di Ostia veniva portato a Roma per essere distribuito gratuitamente al popolo, oppure venduto a prezzo politico, fino a quando nel III sec. d.C. i panettiere ostiensi rivendicarono gli stessi diritti dei panettieri romani.

37. Domus della Medusa
Una piccola domus, diversa dalle altre, la sua peculiarità è di avere piccole stanze trapezoidali, con mosaici bianchi e neri.

38. Porta Laurentina
E' la porta conservata meglio, così chiamata perchè immetteva nella strada che portava verso Laurentum. Posta sul piano ribassato del I sec. a.C., fiancheggiata da due torri quadrate, fuori da essa c'è la necropoli dei Claudi. La parte interna della porta, insieme con le mura sillane, le terme del Faro e il Cardo Massimo, racchiudono uno spazio triangolare, all'interno del quale ci sono diversi tempi e luoghi di culto.


39. Tempio di Bellona
Vicino alla Porta Laurentina, fu eretto intorno alla seconda metà del II sec. d.C., il tempio in onore della dea Bellona, divinità della guerra.

40. Schola degli Hastiferi
Fa parte dello stesso complesso del tempio di Bellona, un ambiente recintato, un'unica cella. I membri di questo collegio gestivano le cerimonie di culto della dea della guerra; durante le processioni per onorare la divinità si cimentavano in danze. Era vietato l'accesso alle donne.

41. Tempio della Magna Mater - Santuario di Attis
Magna Mater o Cibele, era la divinità orientale della fertilità, introdotta a Roma intorno al 204 a.C.. Andati persi i 6 colonnati presenti in origine, conserva il podio in opera reticolata con tre arcate.
Nel settore orientale il santuario di Attis, che era il pastorello amante di Cibele, ma siccome infedele, la dea lo fece impazzire, tanto che arrivò ad evirarsi. In questo santuario i riti erano molto pittoreschi e fastosi.